In questo articolo andremo a parlare del problema del punzonamento nelle fondazioni superficiali, fornendo gli strumenti base per comprenderlo e verificarlo.

Generalmente il punzonamento nelle fondazioni superficiali è dovuto all’applicazione di una forza molto elevata su una piccola superficie di una struttura bidimensionale.

L’ applicazione di questa forza genera da prima delle fessurazioni radiali, per poi evolversi, con il passare del tempo, in radiale e circolare.

Caso particolare riguarda le piastre, nelle quali il collasso può avvenire in maniera improvvisa, in quanto le fessure iniziali non sono visibili ad occhio nudo.

Per quanto riguarda il plinto di fondazione il collasso che più tipicamente avviene è di taglio-punzonamento, causando il cedimento del pilastro.

In passato i plinti venivano realizzati costruendo una sezione tronco piramidale, affinché l’altezza delle sezioni resistenti seguisse l’andamento dei momenti flettenti.

Tale tecnica è ormai entrata in disuso per via della complicatezza in fase realizzativa, infatti si preferisce realizzare i plinti a forma di parallelepipedo, garantendo una migliore disposizione di armatura e casseforme più facili da realizzare.

Tuttavia, la forma tronco piramidale viene conservata solo in casi particolari, ovvero in presenza di plinti di grosse dimensioni risparmiando sul materiale di costruzione e sul peso.

È buona regola che nella progettazione dei plinti di fondazione vi siano delle travi di collegamento, al fine di conseguire i seguenti vantaggi:

  • Attenuare i movimenti trasmessi dal pilastro al plinto;
  • Diminuire la rotazione alla base dei pilastri;
  • Migliorare il comportamento in caso di evento sismico.

Infatti, secondo la normativa italiana attualmente in vigore, i collegamenti tra plinti sono obbligatori e devono essere dimensionati affinché possano resistere a sforzo normale sia di compressione che di trazione.

Occorre ricordare che in assenza di un’opportuna armatura a taglio nelle platee e nei plinti bassi, la rottura avviene al raggiungimento del valore di rottura del calcestruzzo a trazione.

Questa rottura avviene formando una superficie tronco conica nel caso di pilastri circolari, mentre per pilastri rettangolari la superficie di rottura è tronco piramidale.

Infine, nella valutazione del comportamento del plinto è utile ricordare il ruolo del magrone, infatti tanto più la pressione sul magrone è non uniforme, tanto più il plinto è flessibile.

Bibliografia:

Salvatore Lombardo, Valutazione della vulnerabilità sismica degli edifici esistenti in cemento armato, Dario Flaccovio editore, anno 2012.