In questo articolo andremo a parlare del piano urbano del traffico, fornendo le nozioni principali e il quadro normativo italiano.

Il piano urbano del traffico, acronimo P.U.T., è stato reso obbligatorio dal decreto legislativo numero 285/1992 (e successive modifiche) per i comuni con più di 30000 abitanti.

A livello ministeriale, le direttive riguardanti questo piano sono state emanate nella gazzetta ufficiale numero 146 del 1995.

Il P.U.T. coordina gli interventi per migliorare la circolazione dell’area urbana di comune, considerando i pedoni, i mezzi di trasporto pubblico e privato.

Al fine di pianificare gli interventi si è reso necessario introdurre la classifica funzionale delle strade, in base alle caratteristiche funzionali, infatti vi sono:

  • Strade a scorrimento veloce;
  • Strade di interquartiere;
  • Strade locali interzonali.

Le strade a scorrimento veloce sono una via intermedia tra due categorie di strade, ovvero le autostrade e le strade di scorrimento.

Le strade interquartiere sono un livello intermedio tra quelle di scorrimento e quelle di quartiere.

Infine, le strade locali interzonali rappresentano la via di mezzo tra quelle di quartiere e quelle locali.

In questa fase è bene ricordare che la normativa attuale, riguardante la progettazione e pianificazione della circolazione, tende a promuovere la creazione di rotatorie piuttosto che di incroci semaforici.

Il P.T.U. definisce anche gli attraversamenti pedonali, i quali possono essere:

 

  • Strisce bianche disegnate sull’asfalto;
  • Strisce pedonali rialzate;
  • Strisce pedonali con semaforo;
  • Presenza di sovrappassi e sottopassi.

Infine, vi sono anche le piste ciclabili, ovvero delle aree riservate alla circolazione di ciclisti, composte da una o più corsie.

La larghezza standard, stabilita dalle normative attualmente in vigore, risulta essere 150 cm, ridotta a 125 cm quando si parla di corsie contigue.

In casi del tutto eccezionali, la larghezza di una pista ciclabile può essere ridotta a soli 100 cm qualora si trovassero su strade ad uso pedonale oppure sui marciapiedi.

La larghezza di 100 cm risulta quindi essere la larghezza minima indispensabile per una corsia ciclabile, soprattutto in caso di situazioni particolarmente vincolanti e per brevi tratti del tratto ciclabile.

Bibliografia:

Alberto Fabio Ceccarelli, Prontuario urbanistico ammnistrativo, Maggioli editore, anno 2015.