In questo articolo andremo a descrivere con parole semplici il diritto di usufrutto, attraverso la normativa in vigore e con considerazioni pratiche.

Il diritto di usufrutto rientra nei diritti di godimento di una persona, chiamata usufruttuario, di un bene posseduto da un’altra persona, chiamata nudo proprietario.

L’usufrutto, per la definizione appena citata, risulta quindi essere un diritto personale e reale, disciplinato dal Codice civile italiano.

La sua costituzione può avvenire attraverso due modi, per legge allora si parla di usufrutto legale, oppure per volontà dell’uomo.

Per quanto concerne l’ambito temporale, la durata dell’usufrutto non può superare la vita dell’usufruttuario, mentre se l’usufruttuario è una persona giuridica la durata è di 30 anni.

I motivi per cui si può concludere l’usufrutto, fatta eccezione per quanto sopra detto sono:

  • Prescrizione;
  • Riunione;
  • Perimento della cosa oggetto di usufrutto.

 

La prescrizione si ha quando non si fa un uso continuato per anni 20, mentre riunione si ha quando nudo proprietario e usufruttuario diventano la stessa cosa.

È bene ricordare in questa sede, che l’usufruttuario ha il diritto di godimento, ma, allo stesso tempo, deve conservare la destinazione economica della cosa, vedere articolo 981 del Codice civile.

L’usufruttuario, tuttavia, può eseguire delle addizioni o dei miglioramenti, a patto che non alternino la destinazione economica, vedere articoli 985 e 986 del Codice civile.

Le addizioni si possono separare facilmente dall’oggetto dell’usufrutto, mentre i miglioramenti formano un tutt’uno.

Il nudo proprietario deve pagare l’usufruttuario, in caso vi siano addizioni o miglioramenti, un’indennità pari al valore minore tra:

  • L’importo della spesa per realizzarle;
  • Il valore delle addizioni.

Nel caso in cui l’usufrutto ha come oggetto delle cose consumabili, l’usufruttuario ha il diritto di usufruirne, pagando il valore al termine del contratto secondo una stima stipulata tra le parti.

Nel diritto di usufrutto, le spese a carico dell’usufruttuario sono le seguenti:

  • Oneri relativi alla manutenzione ordinaria e alla custodia;
  • Imposte e contributi sul reddito.

Le spese a carico del nudo proprietario sono le seguenti:

  • Spese straordinarie e relativi interessi (articolo 1005 del Codice civile);
  • Spese di conservazione.

Bibliografia:

Nuovo corso di economia ed estimo, Stefano Amicabile, Hoepli Editore,2013.

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