In questo articolo andremo a parlare dei danni provocati al calcestruzzo dalle temperature estreme, ovvero il troppo freddo e il troppo caldo, fornendo una visione d’insieme su questa tematica.

Il calcestruzzo, come del resto i materiali di costruzione in genere, risente delle variazioni termiche a cui è sottoposto, soprattutto durante la fase di presa ed indurimento.

La normativa italiana prevede particolari prescrizioni affinché la fase di presa e di indurimento non risulti compromessa durante la stagione invernale ed estiva. Infatti il getto deve essere compattato, mentre la superficie dei getti si deve mantenere umida per almeno tre giorni.

In caso vi sia del freddo intenso durante la fase di getto, la stagionatura può essere rallentata o addirittura le reazioni chimico fisiche della stagionatura possono essere sospese.

Qualora la temperatura dovesse ulteriormente scendere, diminuendo fino al punto di congelamento dell’acqua, si formerebbero dei cristalli di ghiaccio che, per via dell’aumento di volume, sgretolerebbero il calcestruzzo.

Per avere un’idea della gravità del fenomeno, basta pensare che l’esposizione di un calcestruzzo con una dosatura normale di cemento Portland a -2 gradi per 7 giorni può dimezzare la resistenza finale del materiale, se non correttamente trattato.

Per ovviare a questo problema si è pensato di aggiungere del cloruro di calcio nell’acqua di impasto, in modo da abbreviare il periodo di indurimento e di conseguenza avere anche un vantaggio di natura economica. L’unica avvertenza, quando si impiega questa soluzione, è d’adoperarla con con cautela in modo da evitare i danni da cloluri.

Il calcestruzzo essendo composto da cunicoli microscopici, con dimensioni dai 20μm ai 500μm, collegati tra loro, favorisce la circolazione d’acqua al suo interno e di conseguenza, in presenza dei cicli gelo/disgelo si hanno dei danni.

Le temperature elevate, particolarmente frequenti durante la fase estiva, possono provocare un rapido asciugamento delle superfici dei getti compromettendo spesso la resistenza finale del calcestruzzo.

La soluzione, che molto spesso si utilizza in cantiere, è quella di bagnare abbondantemente e frequentemente la superficie dei calcestruzzi appena gettati, in modo da impedire una rapida evaporazione o in alternativa utilizzare delle sostanze antievaporanti.

Bibliografia

Manuale Cremonese del Geometra, terza edizione prima ristampa, anno 2004.

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